Lady Oscar: storia, destino e amore
Con Ancien Régime si indica il sistema di Governo che aveva receduto la Rivoluzione Francese, ovvero la Monarchia Assoluta che era diffusa in Europa e che aveva nel regno di Francia la sua massima espressione. Proprio degli ultimi anni di questa forma di reggenza e della Rivoluzione del 1789 narra, in maniera romanzata, Lady Oscar manga scritto e disegnato da Ryoko Ikeda, il cui titolo originale è Berusaiyu no bara (la cui traduzione letterale è Le rose di Versailles).
L’opera è stata pubblicata sulle pagine della rivista Shukan Margaret della Shūeisha a partire dal 21 maggio del 1972 e come da titolo racconta le vite delle tre rose del titolo, le cui vite si intrecciano nella nota Reggia. Le tre rose sono il Conte Hans Axel von Fersen, nobile svedese dalla bellezza abbagliante e intelligenza acuta, la principessa d’Austria e futura Regina di Francia Maria Antonietta Josephe Jeanne D’Asburgo-Lorena ed ovviamente Oscar Francois de Jarjayes., sesta figlia di una nobile famiglia francese che da sette generazioni si tramanda la carica di Generale della Guardia Reale.
All’alba della Rivoluzione
La storia raccontata dalla Ikeda in Lady Oscar inizia nel 1755, anno di nascita dei tre protagonisti per poi mostrarci brevi stralci dell’infanzia di Maria Antonietta e di Oscar, per poi trasportarci direttamente nell’aprile del 1770, anno in cui Maria Antonietta si trasferisce alla corte di Francia. Un arrivo quello della principessa d’Austria che porterà non poco trambusto a corte. In primis a causa dei suoi capricci e degli eccessi, a cui vanno aggiunti lo scontro con la favorita del re Madame Du Barry e gli scandali di cui sarà protagonista, come quello della collana.
Per quanto la vicenda raccontata si svolga principalmente nell’immensa Reggia di Versailles, dove si muovono personaggi che pensano solo al proprio tornaconto, sullo sfondo abbiamo una Parigi brutta, sporca e cattiva, dove il popolo vive di stenti ed il malcontento è alle stelle. Una vera e propria polveriera pronta ad esplodere.
In questa realtà si muovono Fersen, Oscar e Maria Antonietta, tre persone sono costrette a seguire le regole di un mondo in cui si sentono alieni. Per quanto apprezzino i benefici che porta l’essere nobili, allo stesso tempo questi sono per loro catene che non li lasciano liberi. Personaggi che piano piano diventano consapevoli non solo del loro essere animali in gabbia, ma anche di come vivano in un mondo completamente avulso rispetto a quello reale. In particolare Oscar, che da baluardo della corona diventerà una del popolo.
Destino avverso
Una manga quello di Lady Oscar che posa sulle solide basi della storia, raccontando gli ultimi anni della Monarchia Assoluta francese tramite le vite di personaggi sia reali che inventati, portandoci all’interno di uno dei palazzi reali più importanti d’Europa e in uno dei momenti storici più importanti della storia mondiale. Vite che Fersen, Maria Antonietta ed Oscar non riescono però a vivere appieno.
Come scritto poco sopra i tre sono animali in gabbia, in balia di una vita scelta da altri e che non sentono completamente loro. Maria Antonietta è una straniera in terra straniera, inizialmente osteggiata sia per essere un’austriaca che per la sua bellezza. Ragazza viziata che dovrà farsi donna in un covo di vipere, a partire dalla perfida e calcolatrice Madame Du Barry.
Fersen è un giovane nobile che segue le orme dei suoi avi per non deludere i suoi facoltosi ed esigenti genitori, sostanzialmente incapace di ribellarsi alle convenzioni sociali dell’epoca. Discorso diverso per Oscar, la cui figura diventa sempre più centrale con l’evolversi della storia. Se inizialmente il Comandante delle Guardie Reali subisce la vita che suo padre ha scelto per lei, pian piano Oscar diventerà consapevole della propria femminilità e imparerà a dare ascolto al suo cuore. Per quanto sempre in conflitto con i doveri che la sua carica gli impone.
Un destino avverso a cui le tre rose tenteranno di ribellarsi, ma fallendo miseramente. Nonostante i loro sforzi Fersen, Maria Antonietta ed Oscar saranno schiacciati sia dalle convenzioni sociali che dalla storia. Tre personaggi vittime dell’egoismo dei genitori, incapaci di pensare alla felicità dei loro figli, e di una società che non ammette libertà. Tre eroi tragici che verranno puniti per i loro “crimini”, in particolare Oscar, rea di essere stata una nobile arrogante (come la regiane il conte Fersen) e di aver tradito colei che doveva proteggere.
Storia d’amore
Leggendo Lady Oscar salta ovviamente subito all’occhio come la storia si focalizzi principalmente sui cambiamenti della società dell’epoca, ma leggendo con attenzione si nota come il manga sia anche e soprattutto una storia d’amore, di ribellione e ricerca della felicità. Un vero e proprio coming of age.
Il manga racconta si di amore romantico, in primis tra il delfino di Francia e Maria Antonietta, un amore impacciato ed innocente, tipico della prima adolescenza. Come come narra del triangolo amoroso Oscar-André-Fersen, il tipico lui che ama lei che ama un altro e dalla conclusione tragica. Amore principalmente platonico, che in qualche modo diventerà più fisico quando Oscar inizierà a venire a patti con il suo essere donna e il suo scoprire la sua sessualità.
Ma è in particolare un manga che parla di amore per sé stessi, della ricerca di quella felicità capace di farci sentire liberi. Sin dalle prime pagine siamo davanti a personaggi soggiogati, schiacciati sin dalla nascita dai doveri delle famiglie di appartenenza e da una società che consente libertà solo apparentemente.
Tutti i personaggi di Lady Oscar, e non solo le tre rose del titolo, con l’evolversi della storia capiranno l’importanza dell’amore per sé stessi. Una consapevolezza tardiva e per questo dolorosa. Una ricerca difficile, a tratti violenta, sicuramente disperata ma incensante. Una ricerca raccontata con sensibilità e maturità, capace di affascinare e far riflettere il lettore. Un amore purtroppo tragico, destinato da subito allo sconfitta e capace solo in parte di spezzare le catene che gli sono state imposte.
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Manga storico
Uno degli aspetti che anno contribuito al grande successo di Lady Oscar è la cura al contesto storico. Nonostante la presenza di personaggi creati appositamente e di un racconto romanzato per renderlo più accattivante e non un semplice tratto di storia, è lampante come l’autrice Riyoko Ikeda abbia svolto molte ricerche.
Basato principalmente sulla biografia Maria Antonietta – Una vita involontariamente eroica scritta da Stefan Zweig, il manga ci porta nel vivo di una delle monarchie più importanti d’Europa del XVIII secolo attraverso la crescita di personaggi a tutto tondo e in cui non è difficile riconoscersi. Una storia di crescita dove non mancano gli intrighi di corte, gelosie, scandali e
Una storia avvincente ed accattivante, capace di catturare l’attenzione del lettore sin dalle prime pagine, grazie ad un mix di storia e fiction. Una vicenda dove non mancano didascalie esplicative e che ha avuto il pregio di far conoscere la storia ai tanti lettori e dove, soprattutto nella prima parte, abbondano momenti di ironia e disegni super deformed. Uno stile che si evolve con il progredire della storia, dalla spensieratezza dei primi anni alla drammaticità della conclusione. Una sapiente miscela di divertimento e serietà.
Stile (quasi) unico
A decretare il successo dell’opera fu anche il disegno della Ikeda. Personaggi dalle figure longilinee e sottili, dai volti tondeggianti per le donne e più squadrati per gli uomini – con Oscar che è una via di mezzo tra i due -, ma tutti caratterizzati dai grandi ed espressivi occhi. Un manga dove abbondano scene drammatiche con inconfondibili vortici neri sullo sfondo ad accentuarne l’enfasi. Un’opera dove i dettagli fanno la differenza e che richiama ed omaggio lo stile di Osamu Tezuka, ovvero “padre dei manga”.
Lo stile di Lady Oascar ed anche la storia richiamano in più occasioni quella de La principessa Zaffiro (リボンの騎士?, Ribon no kishi, letteralmente “Cavaliere del nastro”), considerato il capostipite dei manga shojo. Entrambe le opere hanno un’ambientazione regale ed entrambe le protagoniste sono donne educate come fossero un uomo. Personaggi quindi dalla doppia sessualità che riscopriranno il loro essere donna quando conosceranno l’amore, non a caso entrambe si presenteranno ai balli vestite da donna.
Un riferimento ed un tributo ad un’opera che ha fatto storia, da cui però si discosta per la trama e l’ambientazione molto più reale, per quanto comunque romanzata. Se La principessa Zaffiro è una vera e propria fiaba, con il più classico dei cattivi che vuole il potere per sé, Lady Oscar ha nella storia le sue fondamenta ed intrighi di palazzo veri e documentati.
Storia di un media franchise
Visto il successo ottenuto da Lady Oscar, era inevitabile che diventasse un media franchise. Quello che in pochi sanno è che inizialmente l’editore era restio alla sua pubblicazione. L’unica cosa che convinse la casa editrice – convinta che uno shojo ambientato nel 1700 non avrebbe fatto presa sulle lettrici – a pubblicare il manga fu l’iniziale narrazione fiabesca dell’infanzia di Maria Antonietta, che richiamava la trilogia cinematografica di Sissi con Romy Schneider. Una pubblicazione avvenuta con molti dubbi e con l’imposizione di interrompere la pubblicazione in caso di insuccesso.
Insuccesso che non si verificò mai, ma che invece riscosse un grande successo sin dalla pubblicazione del primo capitolo. Un successo che permise alla Ikeda di sviluppare al meglio la storia, anche se fu costretta ad anticipare il finale e concludere l’opera entro poche settimane dalla pubblicazione del capitolo della morte di Oscar, riassumendo gli ultimi momenti della vita di Maria Antonietta.
Media franchise si diceva. Il prodotto più noto ispirato al manga è ovviamente la serie animata. Realizzata dalla giapponese Tokyo Movie Shinsha nel 1979, l’anime al contrario del manga non ebbe grande successo in Giappone, almeno inizialmente. Infatti solo nel 1986, anno della seconda messa in onda, la versione animata venne apprezzata, anche grazie a Shingo Araki, autore del disegno che nel frattempo aveva raggiunto grande notorietà grazie a Saint Seiya (I Cavalieri dello Zodiaco).
Discorso completamente diverso in Italia, dove l’anime ebbe un immediato successo, anche grazie alle due iconiche sigle. La prima ad opera de I Cavalieri del Re ed intitolata semplicemente Lady Oscar, un vero successo che raggiunse il settimo posto nella hit parade. La seconda intitolata Una spada per Lady Oscar ed interpretata da Cristina D’Avena.
Ma l’anime non è stato il primo prodotto ispirato al manga. Nel 1974 arriva lo spettacolo teatrale ispirato al manga. A portare in scena in musical fu la Takarazuka Revue, compagnia teatrale giapponese composta da sole attrici. Successivamente nel 1979 arriva il film live action. Diretto da Jacques Demy, il film ispirato a Lady Oscar vede Catriona MacColl nei panni di Oscar, mentre la sua versione bambina è interpretata da Patsy Kensit. Girato nella Reggia di Versailles, venne proiettato in Giappone prima della messa in onda dell’anime, mentre in Italia arrivò nel 1982 e il doppiaggio venne affidato alle voci dell’anime.
Inoltre i personaggi di Oscar e Andrè sono apparsi in un episodio di Lupin III, per la precisione nell’episodio 101 (il 23° della quarta stagione) intitolato Folle amore a Versailles. Qui il ladro avrà a che fare con l’organizzazione del Giglio Nero e con uno dei suoi membri, Oscar. La donna, che si spaccia per uomo, vuole ricongiungersi con il suo amato André, tramutato in statua.
Nel 1984, a dieci anni dalla conclusione di Lady Oscar, la Ikeda pubblicò Lady Oscar – Le storie gotiche, quattro storie aggiuntive ambientate tra i volumi 7 ed 8 del manga (prima che André venga ferito all’occhio) ed anno un carattere più comico. Nel 1987 arriva il sequel, Eroica – La gloria di Napoleone (栄光のナポレオン – エロイカ Eikō no Napoleon-Eroika) che racconta la storia di Napoleone Bonaparte. Mentre nel 2005 arriva Lady Oscar Kids, versione parodica dell’opera ad opera della stessa Ryoko Ikeda. Infine nel 2025 Lady Oscar tornerà al cinema con un nuovo lungometraggio animato.