Neon Genesis Evangelion: crescere, che fatica!
Il 4 ottobre del 1995 su TV Tokyo veniva trasmesso il primo episodio di Neon Genesis Evangelion, uno degli anime più noti ed amati degli ultimi 30 anni. La serie scritta e diretto da Hideaki Anno e prodotta dallo Studio Gainax, ha riscritto le regole della serilizzazione animata giapponese, portando una vera e propria rivoluzione, presentando elementi completamenti nuovi, sia per il genere mecha che per l’animazione seriale giapponese in generale.
Neon Genesis Evangelion rappresenta un vero e proprio spartiacque che ha completamente riscritto e stravolto le regole produttive e che a distanza di 30 anni è ancora uno degli anime più amati di sempre. Di seguito la storia della nascita di un cult, quindi mettetevi comodi e come dice perentorio Gendo Ikari nel primo episodio: “Adesso sali a bordo, oppure vattene subito!”.
L’arrivo degli Angeli

13 settembre 2000, Antartide. Un violento cataclisma causa lo scioglimento della calotta australe e lo spostamento dell’asse terrestre, che portano a drastici cambiamenti climatici e a guerre per la conquista delle poche risorse rimaste. Il tragico evento, noto come Second Impact, viene attribuito dalle autorità allo schianto di un meteorite al polo sud. La causa reale però è il fallimento di un esperimento condotto su un gigantesco essere umanoide, Adam, il primo di una serie di nemici nota come Angeli.
Neo Tokyo-3, 2015. Sono passati ormai quindici anni dal Second Impact e l’umanità si è adattata ai cambiamenti climatici e il precario equilibrio raggiunto viene minacciato dalla nuova venuta degli Angeli. A contrastarli c’è l’organizzazione NERV, che in questi anni ha sviluppato robot umanoidi, gli Evangelion, pilotati da giovani piloti selezionati, i Children. Spetta a loro il compito di pilotare gli Evangelion e sconfiggere gli Angeli.
Nascita di una rivoluzione

Come spesso accade nel mondo degli anime e dei manga, anche la nascita di Neon Genesis Evangelion è stata tutt’altro che semplice. La serie nasce sostanzialmente dalle ceneri di Blu Uru (蒼きウル Aoki Uru), film che la Gainax stava sviluppando come seguito di Le ali di Honneamise (王立宇宙軍 オネアミスの翼, Ōritsu uchūgun – Oneamisu no tsubasa). Regista della pellicola era Hideaki Anno, tra i fondatori della Gainax, che stando a quanto si vociferasse era afflitto da depressione a seguito della conclusione della sua opera precedente, ovvero Nadia – Il mistero della pietra azzurra.
Stando a quanto raccontato da Yasuhiro Takeda, collega di Anno alla Gainax, Neon Genesis Evangelion nacque quando il regista uscì con il suo vecchio amico Toshimichi Ōtsuki, che lavorava alla King Records, e gli propose di collaborare per una nuova serie animata. Avrebbe avuto carta bianca, le uniche condizioni erano di non far morire personaggi minorenni e che la collaborazione con la King Records durasse almeno cinque anni.
Anno riprese alcune idee presenti in Blu Urur, in particolare quella che vedeva il protagonista del film fuggire dalle proprie responsabilità, per poi accettare l’impresa di salvare l’eroina. La trama di Evangelion quindi si basa su quella di un lungometraggio scartato e come metafora e della sua vita, in particolare di un pensiero che gli venne in mente durante la produzione: “non devo fuggire!”, come lo stesso regista ha dichiarato.
Sempre come dichiarato dall’autore durante varie interviste, suo intento era quello di «essere felice e di rendere felici gli appassionati di animazione, nel tentativo di riunire il pubblico più ampio possibile» ma anche di creare una serie mecha diversa, infatti secondo lui «con il passare del tempo gli anime mecha si siano adattati a un modello già confezionato, ma io ho voluto spezzare questo schema».
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Qualcosa di completamente diverso

La produzione di Neon Genesis Evangelion inizia nel 1994 e nel corso dei due anni di produzione il progetto subisce cambiamenti e riscritture. L’unica certezza era che la serie avrebbe visto uno scontro tra uomini e dei, mentre lo sviluppo della trama e quello dei personaggi venne delineato man mano con la messa in onda degli episodi.
Basti pensare ad esempio che inizialmente gli Angeli avrebbero dovuto chiamarsi Apostoli e avrebbero dovuto essere ben 28 – alla fine saranno diciassette, compresi Adam e Lilith – e il primo episodio avrebbe visto lo scontro tra L’Eva 00 di Rei Ayanami e l’Angelo Raziel, mentre Shinji Ikari e l’Eva 01 sarebbero arrivati successivamente. Inoltre verso la fine dell’opera avrebbe dovuto esserci una scontro sulla luna contro ben 12 Angeli. Ide accantonata e poi ripresa nel film The End of Evangelion nello scontro tra l’Eva 02 e i Mass Production Model.
Con il progredire della produzione, Neon Genesis Evangelion divenne sempre più un’opera introspettiva, ponendo l’accento soprattutto sul tema dell’incomunicabilità. Una vera e propria critica al mondo degli otaku e degli hikkikomori, di cui lo stesso Anno ha fatto e fa parte. La serie quindi oltre che sugli scontri tra robot giganti e creature aliene si focalizza soprattutto sulla psicologia dei personaggi.
A differenza di molti altri anime Neon Genesis Evangelion ha una storia molto intricata, piena di misteri, dove non mancano sotterfugi e doppi giochi. Una vicenda quindi che richiede grande attenzione da parte del pubblico, dove i dettagli fanno la proverbiale differenza. Quando guardi Evangelion non puoi distrarti.
Inoltre Hideaki Anno apporta una rivoluzione anche a livello realizzativo e registico. Se prima si avevano le cosiddette serie fiume (quindi con centinaia di episodi), pensate per durare tanto e con storie semplici, Evangelion viene pensata per avere una durata limitata e con pochi episodi, appena 26. Dimostrando come non servano centinaia di episodi per snocciolare una storia complessa. Inoltre il regista sarà il primo ad usare un approccio cinematografico con l’uso di piani sequenza, campi fissi di lunga durata, fuori campo e via dicendo.
Una conclusione travagliata

Come detto la produzione di Neon Genesis Evangelion fu tutt’altro che semplice, proprio a causa di questo “navigare a vista” per la realizzazione degli episodi. Inoltre l’incapacità della Tatsunoko, a cui erano state affidate le animazioni, e di TV Tokyo di seguire le direttive della Gainax causò dei ritardi nella realizzazione degli ultimi episodi.
Le conseguenze furono il riutilizzo di fotogrammi già utilizzati e la riscrittura degli ultimi due episodi, che non seguirono la sceneggiatura originali ma venendo completamente stravolti e si focalizzano completamente sulla psicologia dei personaggi. Nel venticinquesimo episodi i personaggi ripercorrono la loro infanzia, mentre in quello conclusivo assistiamo ad un flusso di coscienza del protagonista sul significato della vita.
Una conclusione che deluse e confuse, e non poco, i fan della serie i quali lamentavano una conclusione poco chiara e troppi misteri rimasti irrisolti. Hideaki Anno e la Gainax decisero così di accontentarli e nel marzo 1997 arrivò nei cinema Neon Genesis Evangelion: Death & Rebirth. Il film è diviso in due, la prima Shi (シ “morte”) è un montaggio con scene inedite dei primi ventiquattro episodi, la seconda Shinsei (新生 “rinascita”) è una breve anticipazione del film Neon Genesis Evangelion: The End of Evangelion. Anche questo secondo film è diviso in due parti, Episodio 25′: Air / Love is destructive. ed Episodio 26′: A te il mio animo sincero / I need you. che sono versioni revisionate degli ultimi due episodi della serie. Inoltre i due film vennero uniti in un solo dal titolo Revial of Evangelion.
Personaggi reali

Uno dei motivi del successo di Neon Genesis Evangelion è da ricercare nella caratterizzazione dei personaggi. L’altra rivoluzione portata l’anime risiede proprio nei suoi personaggi. Tutti i protagonisti fino a quel momento erano personaggi forti, sia fisicamente che caratterialmente, e spesso dal fisico massiccio. Sicuramente fallibili ma pieni di determinazione.
Tutto ciò con Anno viene meno. Il protagonista Shinji Ikari è un adolescente come tanti, a dir poco anonimo e patetico. Gracile, pieno di paure ed incertezze, chiuso in sé stesso ed incapace di rapportarsi agli altri. È la persona meno indicata a pilotare un robot gigante, pavido ed insicuro è la personificazione dell’apatia. Discorso simile per le altre due piloti, ovvero Rei e Asuka. Se la prima è priva di emozioni e si comporta da bravo soldatino, la seconda maschera le sue insicurezza dietro rabbia e arroganza.
Tre quattordicenni incapaci di affrontare la vita, caratterizzati da catalessi emotiva che riusciranno lentamente e faticosamente a vincere solo imparando a vivere e a rapportarsi con gli altri. Dalle continue fughe di Shinji, alla freddezza di Rei fino all’insolenza di Asuka, i tre impareranno a loro spese quanto sia difficile non solo vivere insieme agli altri, ma soprattutto con sé stessi.
Discorso analogo per tutti gli adulti della serie. Non c’è un personaggio in Neon Genesis Evangelion che si salvi. Tutti hanno un trauma che li ha segnati e con cui devono cercare di convivere, ma non sempre ci riescono. Che sia un amore perduto, un rapporto conflittuale con un genitore, l’essere sopravvissuto ad un disastro, stanno tutti cercando un modo per sopravvivere al dolore che si portano dentro.
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Da Go Nagai a Yoshiyuki Tomino

L’anime ideato da Anno è stato rivoluzionario anche perché ha dato vita ad una nuova concezione di mecha. Il regista ha preso le caratteristiche del genere gettate da maestri come Go Nagai prima e Yoshiyuki Tomino poi. Se il primo ha dato vita ai super robot, dove le macchine sono presentate come divinità, capace di portare sia distruzione che salvezza, il secondo introdusse i real robot. Con Tomino i robot diventano qualcosa di realistico, dove la storia vede al centro il conflitto tra gli uomini e non con civiltà aliene.
Anno non solo unisce le due cose, ma aggiunge anche elementi nuovi. Gli Evangelion sono real robot ma hanno le caratteristiche della divinità, la novità consiste nell’anima. Se prima eravamo davanti a semplici enormi pezzi di metallo, qui troviamo veri e propri esseri viventi, con tanto di struttura organica (scheletro, sistema nervoso e apparato circolatorio). Non è un caso che siano alimentati da un cavo alimentazione chiamato Umbilical Cable (cordone ombelicale) e che senza di esso la batteria interna duri pochi minuti, ad indicare la caducità della vita e come solo la connessione con il ventre materno ci tenga veramente al sicuro.
Inoltre per la prima volta in assoluto il pilota è connesso a livello neurale con il robot, caratteristica che da una parte gli fa provare sulla propria pelle i danni che subisce, dall’altra permette ai due di fondersi e divenire una cosa sola. Elemento che verrà poi ripreso da Guillermo del Toro per il suo Pacific Rim.
Religione, psicologia e filosofia

Se ad un prima superficiale visione Neon Genesis Evangelion è il classico anime mecha che vede l’umanità usare robot giganti per combattere la classica invasione aliena, guardandolo con occhio più attento ci si accorge che è molto più di questo e che nella sua storia sono ben presenti riferimenti a religione, psicologia e filosofia. Nonché alla cultura popolare.
Basti pensare che il titolo dell’opera è ispirato alla parola greca euangelion (ευ-αγγέλιον) che significa vangelo o buona novella, che classifica quindi i robot come protettori. Inoltre come Eva, anche i robot della Nerv sono stati creati basandosi sul primo angelo Adam. Ma molti sono i riferimenti alla religione (cristianesimo, ebraismo ortodosso e cabala ebraica in particolare). Molti i riferimenti (soprattutto visivi) alla crocifissione, alla lancia di Longino, ai Testi del Mar Morto, al Vangelo e alla Bibbia (i nomi degli Angeli sono ripresi proprio mitologia giudaico-cristiana), così come gli Eva richiamano i golem.
Tutti elementi che vennero scelti per dare alla serie un’aria misteriosa e differenziarla dalle altre serie robotiche venute prima. Lo stesso Anno ha dichiarato che usò gli elementi della religione cristiana per creare «una storia sulla redenzione e sul destino del genere umano».
Per quanto la psicologia e la filosofia molti sono i riferimenti al concetto di Io e Super-Io, ai vari complessi (Edipo ed Elettra su tutti), si parla di Eros e Thanatos, di fase orale, libido, di disturbi di personalità e tanto altro. Così come non mancano riferimenti al dilemma del porcospino di Arthur Schopenhauer, citazioni al saggio La malattia mortale di Søren Kierkegaard o al libro Do You Love Me? An Entertainment in Conversation and Verse New York: Pantheon Books dello psicanalista Ronald Laing.
Tutti elementi che vengono usati per dare vita ad una storia il cui tema principale è il rapporto con il prossimo e che danno vita ad una mitologia totalmente nuova, i cui cardini sono il mistero e l’indefinibile.
Media Franchise

Il successo di Neon Genesis Evangelion non fu immediato. Al contrario inizialmente non riscosse molto successo, anche a causa della copertura nazionale limitata. Fu solo grazie alle successive repliche che divenne un vero e proprio cult.
L’anime diventerà un successo ed un cult anche all’estero, Italia compresa. Nel Bel Paese arriva nel 1997 grazie a Dynamic che lo distribuisce in 13 VHS, contenenti anche gli episodi in versione director’s cut. Inoltre nei primi anni 2002 e nel 2008 arriverà in versione DVD. La prima a cura sempre di Dynamic e priva degli episodi director’s cut, la seconda ad opera di Dynit e basata sulla Renewal Edition giapponese, nota in Italia come Platinum Edition.
Inoltre l’anime verrà trasmesso anche su MTV, per poi arrivare nel 2010 sul canale YouTube di Dynit e divenire la prima serie anime ad essere trasmessa in streaming legale. Successivamente nel 2019 arriva su Netflix con un nuovo doppiaggio, sempre ad opera di Gualtiero Cannarsi (già autore del primo doppiaggio), scatenando non poche polemiche a causa di dialoghi difficilmente comprensibili. Proprio a causa della rivolta dei fan, la piattaforma streaming apportò un nuovo doppiaggio con la traduzione di Laura Cosenza. Mentre nel dicembre del 2021 per il mercato italiano venne commercializzata la Neon Genesis Evangelion – Ultimate Edition, che contiene i 26 episodi della serie, i primi due film cinematografici e molti gadget.
Prima della messa in onda dell’anime, Evangelion debuttò come manga nel 1994, stravolgendo anche qui le cose. Non solo la versione cartacea della storia, scritta e disegnata da Yoshiyuki Sadamoto (character designer della serie animata), presenta una versione alternativa della storia raccontata nell’anime, ma per la prima volta è il manga a fungere da supporto all’anime. Se prima gli anime venivano prodotti solo dopo che il manga raggiungeva una certa notorietà e fungevano da supporto, qui il manga viene pubblicato prima dell’uscita dell’anime per “preparare” il pubblico a quello che li aspetta.
Esistono ben cinque spin-off del manga (Evangelion Iron Maiden, Neon Genesis Evangelion The Shinji Ikari Raising Project, Evangelion: Cronache degli angeli caduti, Evangelion – Detective Shinji Ikari e Petit Eva – Evangelion@School), tutti ad ambientazione scolastica o parodistica e presentazione una versione alternativa e sicuramente più leggera e divertente di quella originale. Delle vere e proprie slice o life con protagonisti Shinji e gli altri personaggi. Negli anni sono anche stati pubblicati Evangelion Film Book – volumi che raccolgono curiosità e spiegazioni sugli episodi dell’anime – e la light novel Evangelion: ANIMA.
Nel corso degli anni molti sono stati prodotti videogame, giochi di ruolo e di carte dedicati a Neon Genesis Evangelion, così come numerosi sono stati gli omaggi presenti in altri anime e manga. Tra gli ultimi quelli presenti nel dodicesimo episodio della seconda stagione dell’anime di DanDaDan.
Inoltre per anni si è parlato di una possibile versione live action dell’anime, ma il progetto è naufragato prima ancora di andare in produzione. Il primo annuncio venne dato nel 2003 durante il Festival di Cannes. A realizzarlo sarebbero state ADV Films, Gainax e Weta Workshop. Un progetto in cui si credeva molto, tanto che la nel 2004 sul sito della Weta compare le prima bozze per la realizzazione del film. Dopo anni di silenzi prima nel 2009 e poi nel 2010 i produttori davano per certa l’imminente inizio della produzione, che però non avvenne mai. Secondo la ADV perché Gainax non adempì ai suoi obblighi contrattuali. L’unica certezza al momento è che siamo scampati all’ennesima trasposizione deludente.
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Rebuild of Evangelion

Se il progetto del live action di Neon Genesis Evangelion non è mai andato in porto, un altro progetto cinematografico invece vedrà la luce. Tra il 2007 ed il 2021 arriverà la tetralogia cinematografica nota come Rebuild of Evangelion (ヱヴァンゲリヲン新劇場版 Evangerion shin gekijōban, letteralmente Evangelion nuova versione cinematografica).
In questa nuova versione di Evangelion, prodotta dallo Studio Khara, i primi tre capitoli sono una versione alternativa della serie animata, dove non mancano nuove scene e personaggi, mentre il quarto film è una conclusione completamente nuova della storia.
La tetralogia è stata pensata come un componimento di gagaku, ovvero la musica classica giapponese, che si compone di Jo, ha, kyu , ovvero introduzione, pausa, accelerazione, che corrispondono al preludio, intermezzo, finale della musica classica occidentale. Non a caso i titoli dei film presentano riferimenti alla musica: Evangelion Shin Gekijōban: Jo (Evangelion 1.0), Evangelion Shin Gekijōban: Ha (Evangelion 2.0) e Evangelion Shin Gekijōban: Kyu (Evangelion 3.0). Inoltre nel titolo del terzo film c’è il gioco di assonanze tra le parole Kyu (accelerata) e Q, che sta per Quickening, cioè “si entra nel vivo”, sottolineando come si entri nel vivo dell’azione.Per il quarto e ultimo film invece all’inizio viene aggiunta la parola Shin (シン), che scritta in katakana può significare “nuovo”, “vero”, “dio” o “qualcosa di completamente differente”, lascindoo spazio a molteplici interpretazioni.
La tetralogia cinematografica ha avuto un grande successo di critica e pubblico, grazie ad un’ottima animazione e ad una storia avvincente. Nonostante una buona sceneggiatura, il problema della serie Rebuilt sta nel fatto che se non si conosce l’opera originale si potrebbero non cogliere appieno tutti gli aspetti della vicenda. Film che se da una parte ripropongono le vicende che i fan ben conoscono, aggiungendo o modificando qualcosa, dall’altra presentano situazioni del tutto nuove e personaggi storici presentati sotto una nuova veste e con una caratterizzazione inaspettata, dando vita ad una versione si riconoscibile ma anche nuova.
Un remake capace di ridare nuova linfa vitale ad un cult ed allo stesso tempo di stravolgerlo e di farlo scendere dal piedistallo su cui i fan lo hanno messo negli ultimi 30 anni. Un’operazione di nostalgia e smitizzazione più che riuscita.
30 anni di un cult

Sono ormai passati 30 anni dalla prima messa in onda di Neon Genesis Evangelion e nonostante tutti questi anni l’anime è ancora più attuale che mai. I temi trattati sono ancora oggi tra i più interessanti e sarà proprio grazie ad Anno e al suo anime che negli anni successivi gli autori ebbero più libertà e gli anime seriali divennero più autoriali, dando vita a prodotti dal grande valore culturale e densi di significato.
Inoltre l’anime diede il via alla cosiddetta Nuova Animazione Seriale – dove le serie brevi erano preferite a quelle interminabili, che ritorneranno prepotentemente con Naruto e One Piece – contribuendo e dando vita ad un nuovo modo di realizzare anime seriali. Non solo più brevi, ma anche slegati dal successo dei manga e dal merchandising. Inoltre grazie all’opera di Hideaki Anno anche il mercato estero divenne molto più interessato ai prodotti animati giapponesi, facendo si che non venissero considerati solo come prodotti per bambini o di serie B.
Neon Genesi Evangelion è stata una vera e propria rivoluzione, animata, produttiva e culturale che a distanza di trent’anni non accenna a fermarsi. Se non lo avete mai visto è arrivato il momento di rimediare e di capire perché è uno degli anime più amati di sempre. Senza contare che ha una delle sigle di apertura più belle di sempre e una colonna sonora incredibile. Da vedere assolutamente.
