Cowboy Bebop: cacciatori di taglie jazz

Cowboy Bebop: cacciatori di taglie jazz
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Prendete una coppia di cacciatori di taglie disillusi dalla vita e non proprio fortunati, aggiungete lo spazio, i tratti tipici della fantascienza e atmosfere western ed otterrete Cowboy Bebop, serie anime capolavoro prodotta da Sunrise (sotto il noto pseudonimo di Hajime Yatate) e diretta da Shin’ichirō Watanabe. La serie, dopo aver spopolato in Giappone nel 1998, è arrivata anche in Italia nel 1999 all’interno del palinsesto di MTV Anime Night.

A caccia di taglie

Una scena di Cowboy Bebop

Nel 2071 l’uomo ha ormai colonizzato lo spazio, Marte è il nuovo centro dell’universo e il crimine dilaga. Per far fronte a tale situazione la polizia del sistema solare, l’Inter Solar System Police (ISSP), ha istituito un sistema di taglie come quello del vecchio west. In questa realtà si muovono i cowboy Spike Spiegel, ex affiliato del sindacato criminale Red Dragno, e l’ex poliziotto Jet Black. I due si spostano di pianeta in pianeta a caccia di taglie a bordo della loro astronave, il Bebop.

Durante le loro (dis)avventure accoglieranno a bordo il cane super intelligente Ein, la femme fatale e giocatrice d’azzardo Faye Valentine e la geniale hacker Radical Edward. Un viaggio quello di questo eterogeneo e sgangherato equipaggio che li porterà ad affrontare il proprio passato fatto di amori mai dimenticati, tradimenti e ricordi traumatici.

Storia di un successo

Come spesso accade nel mondo dell’animazione e dei manga, la gestazione di Cowboy Bebop non è stata semplice. Il progetto infatti inizialmente venne sponsorizzato dalla nota azienda di giocattoli Bandai, nella speranza di vendere i modellini delle astronavi. Stando alle parole del regista l’unica direttiva che ricevette fu «finché ci saranno delle astronavi [nella serie], potrai fare quello che vuoi» , ma dopo la visione dei materiali di prova l’azienda abbandonò il progetto, non ritenendo l’anime adatto alla produzione di giocattoli. Dopo un primo accantonamento, la realizzazione di Cowboy Bebop riprese grazie a Bandai Visual, ovvero la divisione cinematografica di Bandai, che lasciò a Watanabe il pieno controllo creativo.

Con l’intento di realizzare un’opera che fosse destinata ad un vasto pubblico, quindi sia ad adolescenti che adulti, il regista iniziò la sua realizzazione partendo dalla caratterizzazione del protagonista Spike Spiegel e costruendogli attorno l’interna storia, con l’intento di renderlo cool, come sua stessa ammissione. Una volta delineata la trama principale il regista e lo staff si dedicarono alla creazione del mondo in cui la vicenda si svolge, ideando l’aspetto dei vari pianeti in cui la storia si svolge e delle loro popolazioni. Intento di Watanabe era creare un mondo futuristico popolato da varie etnie.

Un mondo quello di Cowboy Bebop che richiama il futuro usato di Star Wars. Infatti per quanto l’ambientazione sia futuristica il tutto ha uno stile rétro, polveroso ed usurato. Un’ambientazione retrofuturista dove si muovono personaggi bizzarri e unici.

Uno space western avvincente

Una scena di Cowboy Bebop

Dando vita ad una storia che unisce le caratteristiche principali del genere sci-fi e del western, a cui si aggiungono le atmosfere tipiche del noir, comicità slapstick, azione e una buona dose di thriller e cyberpunk, Watanabe è riuscito ad amalgamare generi differenti e a dare vita ad una storia tanto avvincente e misteriosa quanto divertente.

Una vicenda quella raccontata nell’anime che porta lo spettatore ad assaporare la vita ai margini della società, una realtà dove abbondano piccoli criminali e canaglie di ogni genere, terroristi, spietati boss della malavita, femme fatale e molto altro. Una vera e propria ambientazione da spaghetti western dove è lampante l’assenza della legge in cui i membri del Bebop devono districarsi, non senza problemi.

Un mondo quello western rappresentato alla grande anche visivamente. Non solo abbondano saloon, duelli, paesaggi desertici, stalli alla messicana e l’immancabile vecchietto (qui in realtà sono tre) che puntualmente si nascondono sotto il tavolo durante le sparatorie, ma i presentatori del programma sulle taglie Big Shot hanno vestiti tipici del periodo. Discorso analogo per il noir ed il thriller, rappresentati sia da città inquinate, grigie, piovose e dove la corruzione dilaga, tanto che il disilluso ex-detective Jet Black si dimette perché preferisce agire al di fuori della legge, divenuta ormai una barzelletta.

Una storia quella di Cowboy Bebop dalla narrazione verticale, infatti gli episodi sono tutti auto conclusivi (a parte un paio di eccezioni). Ogni episodio ci mostra la movimentata vita dell’equipaggio del Bebop e le peripezie che compiono per consegnare i ricercati alla polizia ed incassare la taglia, non senza divertimento. Gli unici episodi ad avere una narrazione orizzontale sono cinque e tutti riguardanti Spike e il suo passato, con cui alla fine salderà il suo debito. In questi episodi veniamo a conoscere il passato di Spike, ex membro del sindacato criminale Red Dragon, del suo acerrimo nemico ed ex grande amico Viscious, dell’unica donna che abbia mai amato e del perché si consideri un uomo già morto.

I 26 episodi dell’anime scorrono via veloci, tra sparatorie, litigi, tradimenti e risate. Episodi in cui spesso la parola lascia il posto agli sguardi malinconici e disillusi dei personaggi e alla musica, altro grande protagonista dello show. A tutto ciò vanno aggiunti i molti riferimenti ad altri anime, in particolare Lupin III (Spike, Jet e Faye hanno elementi in comune con il ladro, Jigen e Fujiko) ai film, serie TV e alla cultura occidentale in generale. Difficile non notare le citazioni a cult della fantascienza come Alien e Blade Runner, a capolavori come 2001: Odissea nello spazio o ai film di kung fu come L’ultimo combattimento di Chen e I 3 dell’Operazione Drago.

Difficile anche non notare come il titolo di ogni episodio sia un richiamo ad brani e album ben noti. Honky Tonk Women e Sympathy for the Devil sono due brani dei Rolling Stones, Toys in the attick è una canzone degli Aerosmith, mentre Bohemian Rhapsody è uno dei brani più famosi dei Queen, solo per citarne alcuni.

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Personaggi a tutto tondo

Spike Spiegel, protagonista di Cowboy Bebop

Proprio la caratterizzazione dei personaggi è uno dei punti di forza di Cowboy Bebop. Spike, Jet e Faye più che personaggi sono persone vere e proprie, piene di difetti e divorati dai demoni del passato (di cui conosciamo molto poco), tre tipici antieroi che agiscono seguendo il loro personale e discutibile codice morale. I tre infatti spesso intervengono ad aiutare la gente che incontrano più per tornaconto personale che perché sia la cosa giusta da fare, anche se in molte occasioni dimostrano grande empatia.

Caratteri agli antipodi che spesso danno vita a litigi, incomprensioni e tradimenti, un equipaggio alquanto atipico che condivide l’indifferenza verso il prossimo e la vita ma che tutto sommato si spalleggia. Un mix che da vita a momenti esilaranti e comici, in particolare grazie all’esuberante e stravagante Ed. Personalità quelle del Bebop rappresentate ed evidenziate anche a livello visivo. Non è un caso che Spike cammini ciondolando, abbia gli occhi sempre socchiusi o sbadigli sempre, che Jet abbia sempre un’espressione contrariata e rassegnata, che Faye indossi abiti provocanti o che si curi del suo corpo. Discorso a parte per il quarto membro dell’equipaggio Ed, ragazzina eccentrica dai tipici atteggiamenti animaleschi che rappresenta la parte comica della serie.

Non sono da meno i personaggi secondari dello show. Tutti i personaggi che Spike e gli altri incontrano nelle loro disavventure hanno tutti una triste storia alle spalle e sono ben caratterizzati. Che siano piccoli ladruncoli come Rocco Bonario (Session 8: Waltz for Venus), demoni che non invecchiano (Session 6: Sympathy for the Devil) o spietati killer della malavita che vogliono ottenere il potere.

Musiche iconiche

Uno dei primi aspetti della serie che venne prodotto fu la colonna sonora, prima ancora che la storia o l’animazione fossero concluse. Le musiche, realizzate da Yoko Kanno, sono divenute una delle caratteristiche più note, riconoscibili ed apprezzabili di Cowboy Bebop, essendo anche uno degli aspetti che ha delineato l’andamento dell’opera. Unendo jazz, country, blues, western e opera la Kanno ha dato vita ad una colonna sonora che è entrata di diritto nell’immaginario collettivo anche grazie alla opening Tank!. Inoltre i titoli di ogni episodio (indicati come session) richiamano brani e album ben noti.

Una creazione quella della colonna sonora della serie che ha dato vita, come dichiarato dallo stesso regista, ad una sorta di «partita a catch tra noi due nello sviluppare le musiche e creare la serie TV Cowboy Bebop». Infatti, sempre secondo quanto dichiarato da Watanabe, la compositrice non ha propriamente realizzato i brani richiesti, ma si è fatta prendere dall’ispirazione e ha creato i brani che riteneva più adatti alla serie. Composizioni che a loro volta hanno ispirato lo stesso regista alla creazione di nuove scene inizialmente non previste.

Franchise di successo

Cowboy Bebop - Il Film

Visto il grande successo di pubblico e critica della serie, era inevitabile che Cowboy Bebop divenisse un franchise. Nel 2001 arriva nelle sale giapponesi Cowboy Bebop – Il film (noto anche con il titolo di Cowboy Bebop: Knockin’ on Heaven’s Door). La storia si inserisce temporalmente tra gli episodi 22 e 23 e vede Spike e soci dare la caccia ad un terrorista che minaccia di rilasciare un virus letale su Marte.

Inoltre per anni si è parlato di una versione live action da parte di 20th Century Fox  che vedeva Keanu Reeves nei panni del protagonista Spike. Progetto poi accantonato anche a causa dell’elevato costo, oltre mezzo miliardo di dollari. Versione live action solo rimandata, visto che nel 2021 su Netflix è arrivata la serie TV (la nostra recensione) con protagonisti John Cho, Mustafa Shakir e Daniella Pineda. Show che però non ha ottenuto il risultato sperato e che è stato cancellato dalla piattaforma dopo una sola stagione.

Inoltre sono stati realizzati due manga, il primo intitolato Cowboy Bebop Shooting Star, è una riscrittura alternativa della serie, il secondo intitolato semplicemente Cowboy Bebop è uno spin-off. Non sono mancati videogame (Cowboy Bebop e Cowboy Bebop – Tsuioku no serenade). Infine venne pubblicato l’artbook Cowboy Bebop Illustration ~ The Wind e sul sito ufficiale della serie venne pubblicato il racconto Cowboy Bebop: UT, scritto da Dai Satō, che narra le vicende di Ural e Victoria Terpsichore (che appare nell’episodio Heavy Metal Queen) quando erano cacciatori di taglie.

SEE YOU SPACE COWBOY …

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Emanuele Bianchi

Appassionato di cinema, fotografia, teatro e musica sin da piccolo decide di farne il suo lavoro. Miyazakiano convinto, tanto da incentrare la sua tesi sul suo cinema, e divoratore di anime tanto da volere Eikichi Onizuka come professore al liceo, è uno Jedi come suo padre prima di lui e “nato pronto” e sì, anche un inguaribile nerd (pollice verso per coloro che non colgono le citazioni). Laureato in cinema presso il DAMS di Roma 3 e diplomato in fotografia presso il CST, negli anni ho collaborato con varie testate web di cinema. Giornalista pubblicista iscritto all'albo. Sempre in movimento, perennemente in ritardo. Co-Fondatore di PopCorn Society.

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