Wonka: le origini del mago cioccolatiere

Era il 1964 quando Roald Dahl pubblicava La fabbrica di cioccolato, romanzo per bambini che vedeva tra i protagonisti l’eccentrico proprietario della fabbrica ovvero Willy Wonka. Il personaggio arriverà presto sul grande schermo nei due adattamenti del romanzo, interpretato prima da Gene Wilder nel 1971 e poi da Johnny Depp nel 2005.
Ora il personaggio torna al cinema grazie a Wonka, film che ne racconta le origini e di come sia diventato un magnate dell’industria cioccolatiera. A dirigere troviamo Paul King (già regista dei due film su Paddington), mentre protagonista assoluto è Timothée Chalamet. Al suo fianco troviamo Calah Lane, Keegan-Michael Key, Paterson Joseph, Matt Lucas, Mathew Baynton, Sally Hawkins (La forma dell’acqua – The Shape of Water), Rowan Atkinson, Jim Carter, Olivia Colman e Hugh Grant.
Ossessione cioccolato
Dopo sette anni passati in giro per il mondo a perfezionare la sua arte, il giovane Willy Wonka arriva in città con un unico obiettivo: aprire una cioccolateria nella famosa Galleria Gourmet, dove viene venduto il miglior cioccolato al mondo. Le cose però non vanno come previsto. Il giovane mago cioccolatiere infatti non ha fatto minimamente i conti non solo con i tre più affermati cioccolatieri della città – Slugworth, Prodnose e Fickelgruber – e con un sistema corrotto.
Come se non bastasse viene anche raggirato dall’avida signora Scrubbit, proprietaria della locanda dove alloggia, che lo costringe a lavorare nella sua lavanderia per pagare l’esoso conto. Qui conosce la piccola Noodle, il contabile Abacus, l’idraulico Piper, il comico Larry e la centralinista Lotte, anche loro raggirati dalla signora Scrabbit. Saranno loro a rivelargli come i tre magnati del cioccolato controllino la città corrompendo la polizia e il clero.
Grazie all’aiuto dei suoi nuovi amici, l’eccentrico Willy Wonka è più deciso che mai a mettere fine al cartello del cioccolato e per farlo dovrà rivelare tutti i crimini commessi da Slugworth, Prodnose e Fickelgruber. Riuscirà il giovane cioccolatiere nell’impresa?
LEGGI ANCHE: THE GREATEST SHOWMAN, UN’ESPLOSIONE COLORATA DI MUSICA, SOGNI, GIOIA
Libertà al potere
Come il romanzo cult a cui si ispira, anche il film Wonka è un prodotto dove la analogia la fa da padrona. Tim King dirige e co-sceneggia una favola dove la libertà irrompe con una forza inaudita in un sistema corrotto e dove i potenti fanno di tutto per mantenere lo status quo. Quella descritta nel film è una realtà dove i potenti usano ogni mezzo per mantenere il potere, grazie alla connivenza di forze dell’ordine ingorde e un clero incapace di resistere alle tentazioni.
Una società quindi dove il potente opprime il debole, dove sembra non ci sia modo di non cambiare le cose se non evitando di non seguire le regole. Ed è proprio questo che rappresenta Willy Wonka: la libertà assoluta. Il giovane mago cioccolatiere è anarchia allo stato puro, è libertà senza condizioni. Il protagonista ha dalla sua solo l’ingenuità che portano i (grandi) sogni, segue il suo cuore e il suo istinto senza cercare di dominarlo, facendo affidamento sul suo sapere.
Non è un caso che le sue invenzioni di cioccolato siano diverse da quanto visto fino ad allora. Sono affrancate da ogni vincolo, permettendo a chi le mangia di assaporare e di vivere qualcosa di veramente nuovo, tanto da farli volare per l’estasi di quanto provato.
Decostruire un mito
Wonka è un film che non solo ha più chiavi di lettura, ma che riesce a conquistare anche grazie ad una storia capace di catturare lo spettatore sin da subito. Tim King firma una fiaba avvincente, divertente, colorata ed affascinante che trasporta lo spettatore in una realtà dove non mancano buoni sentimenti, sogni, segreti, sotterfugi e avidità. Il tutto condito con scenografie e costumi incredibili e musiche che entrano in testa. Tre aspetti curati in maniera quasi manicale.
Se il film funziona però è merito della discreta sceneggiatura, che riesce a portare sullo schermo una vicenda che non annoia. Una sceneggiatura che però decide di rinunciare al cinismo e della cattiveria che da sempre contraddistinguono il personaggio, il libro e i due film. Il film decide di fare abbondante uso di zucchero per creare una narrazione dove abbondano i buoni sentimenti, dando vita così al più classico film natalizio per famiglie. Non che sia un male, ma si sente la mancanza di quel pizzico di cattiveria che da sempre lo contraddistinguono. Una decostruzione del personaggio figlia del suo tempo, che intenerisce il personaggio, rendendolo figlio modello e malinconico di un felicità ormai perduta e di cui è alla costante ricerca.
Ma il vero motivo per cui non riusciamo a distogliere lo sguardo dallo schermo è il cast, guidato da un istrionico e gigionesco Timothée Chalamet che diverte e si diverte ad interpretare un malinconico sognatore. Al suo fianco attori che sono stati capaci di restituire al meglio le caratteristiche dei loro personaggi, a partire da una giovane e sconsolata Calah Lane e da una perfida Olivia Colman.
In conclusione Wonka è un musical che non deluderà, capace di divertire ed intrattenere e che a fine visione vi farà venire una gran voglia di cioccolato.
Wonka dal 14 dicembre al cinema con Warner Bros..