Dungeons & Dragons: L’onore dei ladri, fantasy action divertente ed irriverente
Era il 1974 quando negli USA Gary Gygax e Dave Arneson lanciavano Dungeons & Dragons, gioco di ruolo fantasy divenuto un cult in breve tempo e capace di conquistare milioni di giocatori nel corso degli anni. Visto il successo del gioco non passò molto prima che D&D divenisse un media franchise. Nel 1983 arriva la serie animata, che vede un gruppo di adolescenti entrare in un attrazione a tema Dungeons & Dragons e ritrovarsi in un mondo fantasy. Un prodotto ricordato ancora oggi con affetto dai fan del gioco di ruolo.
La prima e vera delusione arriverà nel 2000 grazie al cinema e al film Dungeons & Dragons – Che il gioco abbia inizio diretto da Courtney Solomon. Tra effetti speciali ridicoli, una storia senza senso e pessima recitazione il film fu un flop eclatante al botteghino, senza contare le pessimi critiche sia da parte della stampa che del pubblico.
A distanza di oltre vent’anni da tale delusione, e dopo due film per la TV dimenticabili, Paramount Pictures ed Entertainment One hanno deciso di riportare il mondo di D&D sul grande schermo, non senza qualche preoccupazione da parte dei fan, con Dungeons & Dragons: L’onore dei ladri. Diretto da Jonathan Goldstein e John Francis Daley, il film vede protagonisti Chris Pine, Michelle Rodriguez, Regé-Jean Page, Justice Smith, Sophia Lillis, Chloe Coleman, Daisy Head e Hugh Grant.
All’avventura
Dopo aver perso la sua amata moglie, il bardo Elgin (Chris Pine) si dedica a crescere sua figlia Kira. Insieme a lui l’inseparabile amica Holga (Michelle Rodriguez), formidabile guerriera dal cuore tenero. Dopo anni passati a compiere piccoli furti per sopravvivere si uniscono al truffatore Forge (Hugh Grant) e al mago Simon (Justice Smith). I cinque compiono ogni genere di furto, finché non tentano il colpo grosso: derubare il clan degli arpisti.
Le cose non andranno come previsto e Elgin e Holga verranno catturati. Riusciti a fuggire, i due si ricongiungeranno con Simon e anche grazie all’aiuto del druido Doric (Sophi Lillis) e del paladino Xenk (Regé-Jean Page), tenteranno di riprendersi Kira e di vendicarsi di chi li ha traditi. Salvando, perché no, anche il mondo.
Azione e risate
Si, si e ancora si. Dungeons & Dragons: L’onore dei ladri è tutto ciò che un fan del gioco e che uno spettatore chiede ad un fantasy action. Il film risulta essere un’avventura piena di azione e divertimento, nel più ampio senso del termine. Non solo si ride, e tanto, di gusto e fortunatamente senza scadere nel trash e nell’effetto cinepanettone, ma l’abbondare di scene d’azione – tra fughe rocambolesche, combattimenti corpo a corpo, magie e molto altro – fa si che la storia risulti coinvolgente e mai noiosa.
Senza prendersi troppo sul serio, pregio troppo spesso sottovalutato, la sceneggiatura – scritta da Jonathan Goldstein & John Francis Daley e Michael Gilio – ci restituisce un fil dal ritmo incalzante e con personaggi ben caratterizzati e con cui empatizzare. Perché il gruppo di protagonisti è un’armata Brancaleone, un gruppo di antieroi ed outsider ognuno con un ingombrante passato o problemi da risolvere ma dal grande cuore.
Pregio del film è l’essere riuscito a portare sul grande schermo una campagna di D&D. Chi ha giocato sa bene che si ride e si cazzeggia insieme ma ci si impegna anche per raggiungere l’obbiettivo finale. Perché senza strategia e lavoro di squadra non si va da nessuna parte. Ovviamente usando fiumi di parole.
Un lancio (quasi) critico
Perché è inutile negarlo, Dungeons & Dragons: L’onore dei ladri è un film verboso, dove ogni parola conta e risulta magica. Perché grazie a loro si riesce a far progredire la storia o a scoprire il passato dei protagonisti. Tra flashback, piani a dir poco assurdi e discorsi surreali lo spettatore entra completamente in una vicenda coinvolgente. E non vorrà più uscirne.
La storia però non è esente da difetti. Se il riprendere la formula che ha fatto la fortuna del Marvel Cinematic Universe è una mossa sicuramente furba, dall’altro però da un effetto déjà vù. Si ha una sensazione di già visto per quanto riguarda storia e personaggi. Difficile non accostare questi scapestrati eroi per caso ai Guardiani della Galassia di James Gunn. È vero che questo tipo di personaggi funzionano sempre, ma l’Elgin di Chris Pine è la versione fantasy di Star-Lord, così come Holga lo è di Gamora.
Inoltre non mancano scelte narrative fin troppo semplicistiche e che richiedono una sospensione dell’incredulità molto elevata. Voli pindarici che non aiutano e che rendono il film un prodotto ingenuo. Grande assente infine la colonna sonora. A parte un paio di canzoni intonate dall’arpista Chris Pine, le musiche non sono pervenute o quantomeno dimenticabili.
Nonostante questi evidenti difetti però Dungeons & Dragons: L’onore dei ladri funziona e alla grande. Un fantasy irriverente, con un ritmo costante e in grado di catturare l’attenzione sin dall’inizio. Un film sicuramente inventivo, che fa l’occhiolino ai film che sono venuti prima di lui e dove non mancano easter egg – bellissimo quello della serie animata – che farà la felicità di molti. Divertimento assicurato.