Ant-Man, il piccolo-grande supereroe Marvel

Le dimensioni non contano. Slogan più che adatto per Ant-Man, nuovo supereroe Marvel/Disney che ha il volto di Paul Rudd affiancato da Evangeline Lily, Corey Stoll, Bobby Cannavale, Michael Peña, Tip “T.I.” Harris, Wood Harris, Judy Greer ed il premio Oscar Michael Douglas nei panni del Dottor Hank Pym.
Negli anni ‘80 il Dottor Pym scopre la formula per ridurre lo spazio tra gli atomi e quindi il modo di rimpicciolire gli oggetti. Ritenendola una tecnologia troppo pericolosa decide di nasconderla al mondo. Quarant’anni dopo il suo vecchio assistente Darren Cross è vicino a ricreare quella stessa formula così il Dottor Pym chiede aiuto al ladro Scott Lang al quale donerà la tecnologia per divenire il nuovo Ant-Man ed evitare così che tale tecnologia cada nelle mani sbagliate.
Peyton Reed porta sullo schermo la storia di uno dei supereroi Marvel meno conosciuti ma non per questo meno interessanti. Ant-Man è stato creato da Stan Lee (testi) e Jack Kirby (disegni) nel 1962 e nel corso degli anni la sua tuta è stata indossata da ben tre personaggi diversi, il primo dei quali Hank Pym è stato uno dei Vendicatori originali.
Piccolo-grande supereroe
Per la sua trasposizione sul grande schermo la Marvel ha deciso di portare al cinema la storia del secondo Ant-Man, Scott Lang. Una pellicola che si focalizza sull’incontro tra questi ed il suo predecessore, che gli farà da mentore. Il Dottor Pym insegnerà a Scott non solo ad usare la tuta di Ant-Man e a controllare le formiche, ma ad essere un eroe a tutti gli effetti.
Ant-Man, come tutti i supereroi moderni, sin dalla sua prima apparizione e in tutti i suoi alter ego civili è prima di tutto un uomo con dei problemi quotidiani e dei difetti. Nel fumetto Hank Pym è un uomo violento che picchia la moglie Janet Van Dyne, anche lei Avenger con il nome di Wasp. Particolare che nel film viene rimosso, ma il personaggio interpretato da Micahel Douglas mantiene un carattere irascibile, per quanto questo sia dovuto ad errori da lui stesso commessi in passato. Anche il secondo Ant-Man non è propriamente un eroe modello. Scott Lang è un ingegnere elettrico che si tramuterà in ladro per poter sostenere la famiglia. Nonostante i motivi che lo inducono a rubare la tuta di Ant-Man nel film siano diversi da quelli del fumetto, il movente è sempre lo stesso: il bene della figlia Cassandra.
Il cinecomic – l’ultimo della fase due – è un discreto mix di azione e comicità. In Ant-Man assistiamo alla nascita di un nuovo eroe che grazie alla guida di chi ha indossato la tuta prima di lui imparerà ad usare i suoi nuovi poteri così da poter portare a termine il più importante furto – che salverà il mondo – della sua vita. Nella prima parte il cinecomic mette in mostra come Scott Lang non sia un ladro di natura ma solo per necessita e di come farà di tutto per redimersi aiutando il Dottor Pym in una difficile impresa. Assistiamo alla vera e propria formazione e maturazione dell’uomo ancor prima del supereroe. Ovviamente non mancherà lo scontro con il villain di turno il cui unico scopo è il proprio tornaconto senza pensare ed interessarsi minimamente alle conseguenze delle sue azioni.
Divertimento ed azione
Come in tutti i film Marvel anche in Ant-Man non mancano dialoghi taglienti ed intermezzi esilaranti, il cui compito è di alleggerire la vicenda raccontata, anche durante i combattimenti. Comicità che a differenza dei primi film non risulta fuori luogo e volgare, ma che si integra alla perfezione con la vicenda. Tale compito in questo caso è affidato quasi totalmente all’ottimo Michael Peña che veste i panni di un criminale da strapazzo che tenta in tutti i modi di darsi delle arie, ovviamente senza riuscirci minimamente.
Non delude neanche la regia di Peyton Reed regista abituato a dirigere commedie (Ragazze nel pallone, Abbasso l’amore, Yes Man) che riesce a mantenere la giusta “distanza” dalla vicenda riuscendo a portare lo spettatore nel pieno della vicenda nei momenti opportuni. Ottimi gli effetti speciali e visivi in grado di rendere incredibili il rimpicciolimento e l’ingrandimento di Ant-Man, così come riescono a rendere reale il mondo delle formiche in cui il supereroe si immergerà. Incredibili.
Buon cast
Punto di forza sono sicuramente le interpretazioni del cast a partire dalla piacevole sorpresa Paul Rudd. L’attore che si è fatto conoscere al grande pubblico per le sue interpretazioni in Friends e nelle commedie di Judd Apatow riesce a restituire al meglio un uomo alla ricerca di sé stesso e che sta facendo di tutto per essere l’eroe che sua figlia crede sia. Scelta più che adeguata.
Michael Douglas è ormai una certezza e il suo Hank Pym ricorda il violento personaggio dei fumetti. Discrete anche le prove di Bobby Cannavale e Judy Greer che ci restituiscono un poliziotto che si ritrova in qualcosa di più grande di lui ed una madre ed ex moglie preoccupata.
Deludono invece Evangeline Lily e Corey Stoll. La prima non riesce ad entrare nei panni di una figlia che per quanto ami il padre non riesce a capirlo, il secondo sembra più un impiegato statale frustrato che un cattivo che incute terrore.
In conclusione Ant-Man è un cinecomic pieno di azione e divertimento da vedere che piacerà agli appassionati dell’universo Marvel e non solo, due ore di puro intrattenimento. Come sempre gustatevi le scene extra, ben due.