In questo angolo di mondo: una delicata storia di vita ai tempi della II guerra mondiale
Era il 2017 quando nei cinema italiani arrivava In questo angolo di mondo di Sunao Katabuchi. L’anime è giunto in Italia receduto da una fama invidiabile: ha infatti vinto il premio “Animation of the Year” alla 40a edizione del Japan Academy Prize (gli Oscar giapponesi) e il Premio della Giuria al Festival d’Annecy. Ma, soprattutto, ha portato al cinema oltre 2 milioni di spettatori solo in Giappone.
Dal manga allo schermo
In questo angolo di mondo è l’adattamento animato del manga scritto e illustrato da Fumiyo Kouno, uscito sulla rivista Weekly Manga Action. Questo è poi divenuto anche romanzo per mano della stessa autrice e infine uno speciale televisivo live-action nipponico. La storia è ambientata durante la Seconda guerra mondiale e ha come protagonista la giovane Suzu Urano. Vediamo Suzu crescere, diventare donna e andare in sposa a un dipendente del Ministero della Giustizia, con conseguente trasferimento da Hiroshima a Kure. Qui la ragazza dovrà confrontarsi con l’acquisizione di una nuova famiglia ma soprattutto con le difficoltà e gli orrori della guerra. Tra momenti estremamente difficili e altri più gioiosi, Suzu cercherà di non perdere mai la sua voglia di vivere e sorridere.
Ciò che immediatamente colpisce di In questo angolo di mondo è la sua delicatezza e sensibilità. Nonostante i temi trattati evochino tutt’altro che immagini di bellezza o tenerezza, sono proprio queste a dominare la protagonista e ciò che la circonda. L’atteggiamento di Suzu è sempre votato alla gioia. Ad affrontare con buona volontà le difficoltà più o meno gravi alle quali deve imparare ad adattarsi.
Una predisposizione d’animo riflessa nei paesaggi naturali e urbani, dipinti e animati con colorazioni tenui e una morbidezza diffusa. Sfondi nei quali è bello perdere lo sguardo e che viene voglia di appendere alle pareti. Il character design dei personaggi è uno dei punti deboli del film, tutti troppo simili a degli eterni bambini. Il che non impedisce ad ogni modo di godere del fluire del racconto.
Macrocosmo e microcosmo
Il regista Sunao Katabuchi non si focalizza sul macrocosmo della Storia, pur costantemente presente sotto forma di quel grande Male dell’umanità che è la guerra. Il regista si concentra piuttosto sul microcosmo di una storia personale, dalla fanciullezza all’età adulta. Tuttavia, questa voglia di raccontare un’esistenza e le sue esperienze talvolta sfugge di mano. Col risultato di un’eccessiva sintesi e superficialità di racconto in alcuni passaggi. Eppure l’impressione rimane quella di un tenero diario visivo da sfogliare come di fronte a una testimonianza intima quanto storica. E per questo a suo modo preziosa.
In questo angolo di mondo non ha la potenza devastante di film come Una tomba per le lucciole né la visionarietà poetica delle opere dello Studio Ghibli. Ma rimane un anime istruttivo, a tratti commovente e visivamente appagante. E che, soprattutto, aiuta a ricordare come il mondo dell’animazione nipponica sia molto ma molto più vasto e variegato rispetto a quel che arriva sul piccolo schermo.