Valerian e la città dei mille pianeti, ben tornato Luc Besson

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Era il 1997 quando nei cinema arrivava Il quinto elemento. Scritto e diretto dal regista francese Luc Besson, l’action di fantascienza, con protagonisti Bruce Willis e Milla Jovovich, sarà il suo più grande successo commerciale. A distanza di vent’anni il regista torna al genere che lo ha consacrato al grande pubblico portando sullo schermo la space opera Valerian e la città dei mille pianeti.

Il cineasta porta sul grande schermo Valerian e Laurelin, serie di fumetti di fantascienza ideata dallo scrittore Pierre Christin e il disegnatore Jean-Claude Mézières. Protagonisti del film Dane DeHaan e Cara Delevingne, al loro fianco Clive Owen, Rihanna, Ethan Hawk, Sam Spruell.

Valerian e Laureline sono agenti speciali del governo dei territori umani. Compito dei due è mantenere la pace e l’ordine nell’universo. I due agenti sono in missione top secret, il loro compito è recuperare un trasduttore sottratto al governo. Il loro nuovo incarico li porterà ad alpha, metropoli in continua espansione dove migliaia di specie vivono in serenità condividendo conoscenza e sapere. Ma la città dei mille pianeti è in pericolo. Una misteriosa forza minaccia di distruggere l’oasi di pace. Sarà compito di Valerian e Laureline scoprire l’entità del misterioso nemico e fermarlo, salvando così sia Alpha che l’Universo.

Space opera utopica

una scena di Valerian e la città dei mille pianeti

Portare sul grande schermo un fumetto non è mai cosa facile. Soprattutto se l’opera in questione è una space opera lunga e complessa. Ma il regista francese ci riesce nell’impresa, anche se con qualche difetto.

Valerian e la città dei mille pianeti è un film che riesce a pieno nel suo intento, ovvero intrattenere e divertire il pubblico. L’ultimo lavoro di Besson è un concentrato di azione e svago, dove non mancano l’adrenalina e la suspance. Una storia capace di catturare l’attenzione dello spettatore.

Merito è dei temi trattati nella pellicola. Besson porta nel futuro del 28° secolo tutti i problemi della società in cui viviamo e li ribalta. Perché ad Alpha milioni di specie diverse vivono in armonia. Le guerre, le carestie, governi corrotti sono un mezzo per mettere in evidenza come una convivenza pacifica sia possibile. Nonostante tutto.

Un futuro in cui è forte il senso di rispetto per la natura, che sempre sarà portatrice di vita. Trattarla con rispetto vuol dire rispettare noi stessi. Una società in cui l’odio lascia posto al perdono e all’amore, uniche armi in grado di salvare il mondo. Un mondo utopico ma possibile.

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Un piacere per gli occhi

Dane DeHaan e Cara Delevigne in Valerian e la città dei mille pianeti

Punto di forza del film è senza dubbio l’aspetto visivo. L’universo portato sullo schermo da Luc Besson è meraviglioso. Colori saturi, brillanti e vivaci. Un mondo pastello che stordisce per quanto è luminoso e dettagliato.

Gli effetti speciali e visivi sono incredibili. Così come sono strabilianti le specie aliene. Il regista ha dato sfogo a tutta la sua fantasia, e al suo amore per l’opera originale. Quello di Valerian e la città dei mille pianeti è un futuro allo stesso tempo credibile e plausibile. Merito di un 3D finalmente usato come si deve, che conferisce molto più di semplice profondità.

Da gustare senza riserve la poetica scena iniziale. Sulle note di Space Oddity del compianto David Bowie, viene mostrata la nascita di Alpha e il successivo arrivo dei vari popoli della Terra prima e l’incontro con gli alieni poi. Godetevi anche l’incredibile scena di ballo che vede protagonista Rihanna. La cantante pop da sfoggio di tutta la sua fisicità e presenza di palco nella scena più incredibile del film. Da restare a bocca aperta.

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Tanta carne al fuoco

Valerian e la città dei mille pianeti

Purtroppo il film ha anche difetti non trascurabili. Il primo e più evidente è l’eccessiva lunghezza della pellicola. Nei 137 minuti di Valerian e la città dei mille pianeti succede di tutto, forse troppo. L’intenzione di Besson sarebbe di fare una trilogia, ma consapevole che questo dipenderà dal successo al botteghino del film lo ha voluto rendere “indipendente”. Una scelta che lo ha portato mettere tutto, troppo.

Si susseguono così scene non propriamente utili allo svolgimento dell’azione o allungate troppo. A queste vanno aggiunte dettagliate spiegazioni, che lasciano poco spazio all’immaginazione dello spettatore. Come se non bastasse manca il classico colpo di scena. La narrazione è fin troppo lineare.

Nonostante ciò Valerian e la città dei mille pianeti riesce a fare il suo lavoro. E lo fa bene, anche grazie alla regia molto dinamica di Luc Besson, il quale non molla i suoi protagonisti per un attimo stando sempre molto vicino a loro. Un film che piacerà agli amanti del genere.

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Emanuele Bianchi

Appassionato di cinema, fotografia, teatro e musica sin da piccolo decide di farne il suo lavoro. Miyazakiano convinto, tanto da incentrare la sua tesi sul suo cinema, e divoratore di anime tanto da volere Eikichi Onizuka come professore al liceo, è uno Jedi come suo padre prima di lui e “nato pronto” e sì, anche un inguaribile nerd (pollice verso per coloro che non colgono le citazioni). Laureato in cinema presso il DAMS di Roma 3 e diplomato in fotografia presso il CST, negli anni ho collaborato con varie testate web di cinema. Giornalista pubblicista iscritto all'albo. Sempre in movimento, perennemente in ritardo. Co-Fondatore di PopCorn Society.

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