The Rocker – Il batterista nudo: abbandoni e seconde possibilità
Da sempre rock e cinema sono un’accoppiata vincente, non a caso alcune delle migliori commedie arrivate nelle sale avevano queste due caratteristiche, basti pensare ad I love Radio Rock, School of Rock e al troppo sottovalutato Almoust Famous. The Rocker, in Italia conosciuto con l’orrendo ma funzionale sottotitolo Il batterista nudo, commedia di Peter Cattaneo (Full Monty), non centra a pieno l’obbiettivo ma è comunque un discreto film di evasione.
Sinossi
La pellicola, forse ispirata alla vicenda del primo batterista dei Beatles Pete Best, presente in un cameo nei panni di se stesso, vede protagonista Robert “Fish” Fishman, talentuoso batterista della band hair metal Vesuvious, che non ci pensa troppo a scaricarlo, per far posto al nipote del proprietario dell’etichetta discografica, per sfondare nel mondo della musica. Passati vent’anni ritroviamo Fish senza un lavoro stabile, disilluso e ancora ancorato al passato.
Ma il riscatto è dietro l’angolo, infatti tornerà a suonare la batteria negli A.D.D., la band del nipote Matt. Grazie ai suoi modi stravaganti e a YouTube, dove si guadagnerà il soprannome di Batterista Nudo (da qui il sottotitolo italiano), la band inizia la scalata, non priva di ostacoli, verso il successo.
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Racconto di formazione
Cattaneo firma un film che per quanto prevedibile riesce a pieno nel suo intento. The Rocker è il classico racconto di formazione adolescenziale e di maturazione di adulti che ritardano l’ingresso nella maturità, mette in scena spesso in maniera semplicistica sogni e frustrazioni. Il tutto seguendo, ovviamente, la linearità del rock movie: le prove, i concerti, le groupie, il tour con i suoi eccessi, le difficoltà relazionali tra i membri della band e gli immancabili riti scaramantici, (dis)gustatevi quello di Fish. Purtroppo la realtà sociale resta sullo sfondo senza mai emergere, filtrata attraverso le vicende e i comportamenti dei personaggi, simbolo delle problematiche sociali odierne e Cattaneo si limita a mostrare il tutto invece di indagare a fondo.
Ma The Rocker funziona perché la sceneggiatura di Maya Forbes, Wally Wolodarsky e Ryan Jaffe grazie a battute taglienti, gag esilaranti e comicità surreale (fantastico l’inseguimento iniziale in stile Terminator del furgone) riesce a far appassionare lo spettatore alle disavventure di Fish, interpretato da un esilarante Rainn Wilson (The Office), che usa tutta la sua espressività e fisicità per dare vita ad un personaggio incapace di voltare pagina e di crescere, sempre sopra le righe, demenzialità pura.
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Rock e maturazione
Non delude anche il resto del cast. Emma Stone, Josh Gad e Teddy Geiger sono degli ottimi adolescenti smarriti ed impauriti, Christina Applegate è una mamma rock che affronta le sue paure per far vivere al figlio il suo sogno, Jane Lynch (Glee) e Jeff Garlin sono simbiontici nel rappresentare i due lati della stessa medaglia, madre iper protettiva lei e padre fin troppo permissivo ed entusiasta di tutto lui. Jason Sudikis è un discografico così viscido che riesce a farsi odiare.
Ma la musica (con tanto di frecciata tutt’altro che velata ai discografici) e la maturazione non sono gli unici argomenti di The Rocker, che principalmente è un film sulle seconde possibilità e l’abbandono. A fine visione se c’è una cosa che rimane impressa (oltre alle natiche di Fish) è il messaggio che permea tutto il film: non importa quanti schiaffi ricevi dalla vita, l’importante è rimboccarsi le maniche e ricominciare, e che certe persone (come i Vesuvius) è meglio perderle che trovarle. Divertente momento di pausa, riflessivo.