Detroit Rock City: le follie di quattro amici per vedere i Kiss

Quando si tratta di andare a vedere dal vivo il concerto del nostro cantante o gruppo preferito saremmo disposti a tutto. Su questo semplice presupposto si basa la commedia Detroit Rock City, commedia del 1999 diretta da Adam Rafkin ed ispirata all’omonima hit dei Kiss. Uscito nei cinema quasi venticinque anni fa (correva l’anno 1999), il film vede protagonisti Giuseppe Andrews, James DeBello, Edward Furlong e Sam Huntington.
Nonostante il flop al botteghino – appena 5 milioni di dollari di incasso nel mondo – in breve però la teen comedy divenne un cult, in particolare per i fan del gruppo rock dei Kiss, grazie anche ad una colonna sonora che omaggi il gruppo guidato da Gene Simmons. Ma procediamo con ordine.
Pazzi per il rock
Detroit Rock City racconta le peripezie di Lex (Giuseppe Andrews), Trip (James DeBello), Hawk (Edward Furlong) e Jeremiah “Jam” Bruce (Sam Huntington) per arrivare a Detroit e poter vedere così finalmente dal vivo i Kiss, il loro gruppo rock preferito. I quattro teenager di Cleveland, Ohio, sono compagni di scuola nonché membri dei Mystery, cover band dei Kiss, ovviamente. Manca ormai solo un giorno al concerto tanto atteso, ma i quattro non hanno fatto i conti con la madre ultra cattolica ed ultra conservatrice di Jeremiah, la quale bruciando i loro biglietti, darà il via ad una serie di bizzarri eventi. Riusciranno i quattro ragazzi a vedere il tanto agognato concerto?
Ambientato nell’America del 1978, Detroit Rock City non solo è un omaggio dal primo all’ultimo minuto dei Kiss in particolare e del rock in generale, ma è un vero e proprio spaccato della società americana di quell’epoca. Infatti durante i 90 minuti della commedia è possibile riconoscere i tre tipi di persone che componevano la società americana a fine anni ’70.
Ovviamente ci sono i rocker, ovvero quei giovani amanti della musica rock in tutte le sue forme, riconoscibili da un abbigliamento sdrucito e da capigliature ribelli. Questi si contrappongono sia ai discomani, cioè gli amanti della disco music, che oltre andare in giro con vestiti appariscenti ed attillati hanno capelli che più cotonati non si può. Infine vi sono i genitori (le madri in particolare) rappresentanti di quella parte di società bigotta che ritenevano il rock la musica del diavolo e i musicisti dei satanisti, il cui unico intento era plagiare le menti dei giovani americani. Il tutto ovviamente senza uno straccio di prova, ma solo soffermandosi sulle apparenze.
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Rock on the road
La pellicola è un vero e proprio film di formazione e di crescita, che vedrà i quattro ragazzi protagonisti prendere coscienza di loro stessi e superare le loro paure. I personaggi della fine saranno ragazzi più maturi e consapevoli delle loro potenzialità. Sono persone che hanno affrontato e vinto le loro più grandi angosce, che hanno smesso di piangersi addosso o che capiscono capito dove stavano sbagliando.
Punti di forza di Detroit Rock City sono oltre alla grande colonna sonora, che vi entrerà in testa e non ne uscirà più, la regia di Adam Rafkin che riesce a far sentire lo spettatore il quinto membro del gruppo che non vede l’ora di vedere i Kiss. In forma il cast, in particolare i quattro protagonisti che riescono a restituire adolescenti tanto invasati e ribelli quanto fragili e Lin Shaye, perfetta nel ruolo della madre ultra conservatrice. Ottimi anche i costumi e le scenografie che riescono a restituire i colori e le atmosfere in maniera totale gli anni ’70.
Detroit Rock City è un film consigliato non solo a tutti gli amanti del rock, e dei Kiss in particolare, ma a tutti coloro che sono in cerca di una brillante commedia on the road fuori dagli schemi che vi conquisterà dalla prima inquadratura.