Coraline e la porta magica: suggestiva fiaba dark
“La troppa curiosità spinge l’uccello nella rete”, recita un proverbio italiano. Ed è esattamente quel che capita alla piccola Coraline Jones in Coraline e la porta magica, la quale, come avveniva per il Kevin McCallister di Mamma, ho perso l’aereo, vede magicamente avverarsi i suoi segreti desideri: non quelli di un adulto megalomane, bensì quelli puri di una bambina insoddisfatta e bisognosa di attenzione. Desideri che tuttavia si rivelano ben presto un incubo a occhi aperti.
Film d’animazione del 2009 prodotto dalla Laika (la stessa di Kubo e la spada magica, ParaNorman e Boxtrolls) basato sul racconto dark per ragazzi Coraline di Neil Gaiman, Coraline e la porta magica racconta dell’omonima bambina del titolo (doppiata in originale da Dakota Fanning). Trasferitasi in campagna con la madre (Teri Hatcher) e il padre, nel tentativo di ingannare la noia la ragazzina comincia a esplorare la vecchia casa da loro presa in affitto, finendo con l’incappare in una misteriosa porta che apre su di un muro. La porta nasconde in realtà un mondo e una famiglia alternativa e parallela a quella di Coraline. Questo mondo e i personaggi che lo abitano appaiono alla bambina più divertenti e interessanti dei propri. Ma Coraline imparerà presto e a proprie spese che bisogna stare attenti a quello che si desidera…
Dalle pagine allo schermo
Scritto e diretto dal regista di Nightmare Before Christmas Henry Selick, proprio come il film ideato e prodotto da Tim Burton Coraline è girato in stop-motion. Ma, a sua differenza, può vantare l’essere stato il primo film d’animazione a “passo uno” ad essere fotografato appositamente per il 3D.
Rispetto al racconto di Gaiman il film di Coraline varia alcuni sporadici elementi, mantenendo tuttavia inalterato lo spirito da favola nera e al contempo di grande fascinazione delle pagine scritte. Ecco quindi che Coraline si presenta come una moderna “Alice in Darkland“ dalla capigliatura bluastra e con impermeabile giallo. Niente tana del Bianconiglio per lei, piuttosto un enigmatico tunnel nascosto dietro la carta da parati. Pochi passi, ed ecco che la ragazzina si ritrova in un mondo allo specchio. I due genitori troppo presi dal lavoro per curarsi della piccola vengono sostituiti da una famiglia ben più amorevole; i noiosi e petulanti vicini di casa si trasformano in divertenti intrattenitori; ai pasti scialbi subentrano deliziose leccornie.
Un sogno splendido agli occhi di Coraline, almeno fino a quando non le viene richiesto il prezzo da pagare. Ed è allora che l'”altra madre” e il suo intero mondo fantoccio rivelano l’orrore della propria natura finzionale, costringendo la ragazzina ad ingaggiare una gara di astuzia pur di aver salva la pelle insieme a quella dei suoi cari.
Oscurità e malìa
L’universo di Coraline e la porta magica è spaventoso e inquietante come quello delle migliori fiabe dei Grimm. Da un momento all’altro non c’è più spazio per il gioco e la spensieratezza fanciullesca. Bisogna diventare adulti e in fretta, per preservare quella normalità tanto disprezzata e che adesso sembra così confortevole.
L’animazione in stop-motion è curatissima e visivamente magnetica, in grado di ricoprire la storia di un alone di magia dark alimentata da una suggestiva colonna sonora. Ciascun personaggio, compresa la terribile “altra madre”, è un piacere misto di terrore e malìa.
Il racconto di Coraline e la porta magica e la sua resa visiva vanno a inserire il film d’animazione tra le migliori opere del genere, forte di un’artigianalità alla quale non siamo più troppo abituati. C’è cuore e c’è talento. E non a caso si è guadagnato una nomination agli Oscar come Miglior film d’animazione. Siamo di fronte ad una fiaba con morale indirizzata ai bambini quanto agli adulti. Se i primi vengono ammoniti di non essere troppo sprezzanti nei confronti della propria quotidianità, i secondi forse apprenderanno a dare ai rispettivi figli quella carezza in più di cui necessitano. Scongiurando così il rischio di vederli sgattaiolare via dietro porte segrete…