Baywatch: il ritorno in salsa trash dei sexy bagnini anni ’90

Baywatch: il ritorno in salsa trash dei sexy bagnini anni ’90
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Come ogni epoca, anche gli anni ’90 hanno delle proprie icone ben precise. Tra queste, i bagnini della serie televisiva Baywatch occupano un posto d’onore, guadagnato a suon di corse al rallenty sulla spiaggia, corpi formosi strizzati in costumi da bagno rossi, l’inconfondibile chioma riccioluta di David Hasselhoff. Ora, a 15 anni dal film tv Baywatch – Matrimonio alle Hawaii che concludeva le vicende delle 11 stagioni della serie, nel 2017 è arrivato al cinema un nuovo film dedicato all’universo dei guardaspiaggia più famosi della tv. Baywatch è il semplice titolo scelto per questa operazione un po’ nostalgia un po’ revival. Operazione che non stupisce neanche un po’ visto che Hollywood e dintorni sono anni che riciclano se stessi, attingendo a serie e pellicole del passato per riportarle in auge con nuovi attori e, spesso, un nuovo spirito.

Sinossi

Baywatch

Cambio di costa per questo film di Baywatch diretto da Seth Gordon (Come ammazzare il capo… e vivere felici). Si passa dalla californiana Malibù della serie alla Florida. È qui che, nella Emerald Bay, facciamo la conoscenza di Mitch Buchannon (Dwayne Johnson, Rampage – Furia animale) e del suo team di bagnini. Tra cui spiccano la sua seconda in comando Stephanie Holden (Ilfenesh Hadera) e C.J. Parker (Kelly Rohrbach). Il gruppo non si limita a vigilare le nuotate nell’oceano dei bagnanti. Ma prende il proprio lavoro come una vera e propria missione, allo scopo di proteggere in tutto e per tutto spiagge e baia.

Nel momento in cui il team si mette a cercare nuove reclute, fanno la loro comparsa altri volti che entreranno in squadra. L’affascinante Summer Quinn (Alexandra Daddario), il genietto dei computer con una cotta per C.J. Ronnie (Jon Bass), ma soprattutto Matt Brody (Zac Efron, The Greatest Showman), ex campione olimpico di nuoto caduto in disgrazia, arrogante ed egoista.

Dopo gli scontri iniziali, i baywatchers impareranno a collaborare per sventare le mire espansionistiche e il traffico di droga messo in piedi della luciferina businesswoman Victoria Leeds (Priyanka Chopra).

Qui non si fa sul serio

Dawyne Johnson in Baywatch

Gli intenti di Baywatch si fanno chiari fin dalla comparsa coatta del titolo del film. Come dire che gli spettatori sono avvertiti: il film non vuol prendersi troppo sul serio, anzi. E, almeno per buona prima parte della pellicola, la direzione intrapresa sembra venire rispettata, nel bene e nel male. Battute a raffica, ironia su quelli che erano i punti distintivi della serie (vedi i rallenty e la sessualità esuberante dei protagonisti), ritmo nella narrazione.

Non tutto funziona e fa ridere (c’era davvero il bisogno di dedicare tutti quei minuti a una scenetta “comica” con protagonisti dei genitali maschili incastrati? O di mostrare lo scroto di un cadavere a distanza così ravvicinata?). Ma il problema vero non è tanto – non solo – in quei momenti in cui il trash si fa inutile volgarità. Quanto piuttosto quando Baywatch diventa altro da quello che dovrebbe essere. Trasformandosi in un film investigativo, lungo quasi due ore. Ed è lì che subentra la noia.

Poca nostalgia

baywatch

Ci si chiede allora quale sia il senso di questo… revival? Remake? Reboot? Del Baywatch degli anni ’90 c’è poco al di là del titolo, dei costumi e dei salvagenti rossi, dei nomi dei protagonisti e degli spiritosi camei di David Hasselhoff e Pamela Anderson.

Il mondo della serie originale nel film viene esasperato fino quasi alla parodia, con abolizione della verosimiglianza. Il linguaggio adottato da Seth Gordon è da commedia un po’ demenziale contemporanea. E di nostalgia ne concede giusto poche briciole. Le spiagge, l’oceano, i costumi da bagno a un certo punto sono addirittura messi in secondo piano. A favore di un’investigazione che serve sì per dare polpa alla trama, ma di cui alla fine interessa limitatamente.

Baywatch si presenta allora come un’operazione ibrida che sembra andare in una direzione ma poi perde se stesso per strada. Tra qualche sincera risata e i fisici scultorei dei suoi autoironici protagonisti (soprattutto Dwayne Johnson e Zac Efron bisogna dire che funzionano come strana coppia), rimane il rimpianto per quello che sarebbe potuto essere un capolavoro del trash. E che invece si guarda sempre con un occhio all’orologio.

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Giorgia Lo Iacono

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