As Bestas: paura, odio e natura nel western rurale di Rodrigo Sorogoyen
Rodrigo Sorogoyen è uno dei registi spagnoli più interessanti degli ultimi anni. Dopo aver esordito dietro nel 2008 con 8 Citas (codiretto insieme a Peris Romano) ed essersi fatto conoscere dal pubblico internazionale con Stockholm (2013), scrive insieme a Isabel Peña e dirige As Bestas.
Presentato fuori concorso al Festival di Cannes 2022, il film ambientato in un paesino sui monti della Spagna e vede protagonisti Vincent ed Olga. La coppia francese ha deciso di trasferirsi in Galizia e di dedicarsi all’agricoltura e alla ristrutturazione di case abbandonate. Le cose però non vanno in maniera idilliaca come vorrebbero. I due infatti sono contrari alla realizzazione di un impianto eolico, che porterebbe soldi nelle tasche degli abitanti, che accentua il disaccordo con i vicini. Tra i più ostili i fratelli Xan e Lorenzo, con cui i rapporti si fanno sempre più tesi. Fino a una situazione di non ritorno.
Cattivi vicini
La storia raccontata da Sorogoyen è a prima vista una storia di cattivi vicini. Che sia in città o in campagna praticamente impossibile ignorare i propri vicini e il rapporto con loro può influenzare completamente la vita. Soprattutto se i rapporti non sono buoni, come nel caso di As Bestas. Nel film viene mostrato come un vicino molesto ed arrabbiato possa rovinare completamente la vita. Un rancore che nonostante i tentativi di riconciliazione – diventerà sempre più violento ed incontrollabile ed inquietante.
Ma il film è molto più di questo. È un trattato sui rapporti umani e sull’uomo, su come da sempre lo straniero susciti paura, odio ed invidia spesso irrazionali. Sentimenti che spesso derivano da rimpianti e l’assenza di possibilità di aver avuto una vita diversa, anche solo leggermente. Una vita vissuta sempre nello stesso luogo, l’unico mai conosciuto.
Grazie ad un’ottima sceneggiatura Sorogoyen ci presente non personaggi ma persone vere, con i loro pregi e difetti e con i loro pensieri. Da una parte i rozzi fratelli Anta, nati e cresciuti in una terra dove non è semplice vivere – al limite dell’ostile – che li ha resi duri ottusi. Dall’altra una coppia che ha avuto possibilità di conoscere il mondo e di istruirsi, che hanno scelto dove vivere senza costrizioni. Rappresentanti di due mondi diversi e di due modi opposti di ragionare ed affrontare le situazioni. Razionalità contro istinti, vincolo contro scelta, amore contro odio.
Grazie ad un scrittura asciutta, piena di silenzi, di sguardi ostili e di parole dette al vento il regista ci porta nel pieno di un trattato sull’uomo in cui si chiede – e chiede allo spettatore – quando un uomo diventi veramente una bestia. Quando si fa guidare dall’istinto senza provare a capire la novità o l’uomo razionale che cerca di imporre il suo punto di vista?
Dualismo costante
Un dualismo costante quello presente in As Bestas, non solo per quanto riguarda la raffigurazione dell’animo umano ma anche e soprattutto della natura. Sempre presente e protagonista silenziosa, la natura è sia simbolo di una nuova e più genuina vita sia pomo della discordia. Motivo di riscatto sia per Antoine e Olga che per gli abitanti del paese, che grazie alla vendita dei terreni alla compagnia eolica potrebbero avere quella disponibilità economica che permetterebbe loro quell’emancipazione sempre agognata.
Fertile e generosa ma al tempo stesso esigente. È un luogo a sé stante dove le leggi dell’uomo non esistono – o non riescono ad arrivare – e in cui per sopravvivere è necessaria una rudezza d’animo antica ed atavica. Bellissima ed ostile, è sia mezzo per ottenere una nuova vita che una gabbia dalle sbarre troppo spesse e dai cui è impossibile fuggire.
Dualismo che ha nel personaggio di Olga, interpretata da una bravissima Marina Foïs, il suo rappresentante migliore. Se nella prima parte abbiamo una donna solare, dedita al lavoro e (apparentemente) succube del marito, nella seconda parte esce fuori la sua vera indole. Indomita e determinata riesce dove Antoine aveva fallito, farsi rispettare. Da preda a predatore, armandosi di pazienza di un’arma sconosciuta a molti uomini: l’amore.
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Western rurale
As Bestas è un vero e proprio western rurale moderno. Da una parte abbiamo i cowboy del luogo, dall’altra gli stranieri che rompono lo status quo e che diventeranno ago della bilancia della comunità. Da una parte i nuovi arrivati (e la compagnia energetica) che vorrebbero addomesticare l’ambiente selvaggio della Galizia montana, dall’altra gli abitanti indigeni che odiano il nuovo ma allo stesso tempo sognano una nuova vita lontani da dove sono cresciuti.
Un mondo quasi fuori dal tempo, ostile e selvaggio dove la violenza per quanto sempre presente non è palese ma è nascosta. Sempre in agguato, subdola e pronta a colpire quando meno ci si aspetta. Non è un caso che le scene più efficaci e inquietanti siano quelle subito prima della violenza. La realtà di As Bestas è fatta di tensione e ansia, riproposte al meglio da un cast incredibile.
Un film che si prende i suoi tempi per descrivere e mostrare al meglio una storia di conflitti, dove regnano paura e diffidenza ma dove a vincere saranno determinazione e amore. Una sineddoche che usa una storia particolare per parlare dell’universale. Assolutamente da vedere.
As Bestas al cinema dal 13 aprile distribuito da Movie Inspired.