65: Fuga dalla Terra, com’è dura l’avventura

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Mills (Adam Driver) è un pilota di missioni spaziali che vive sul pianeta Somaris. L’uomo decide un nuovo viaggio di ben due anni per avere così i soldi per curare la figlia malata Nevine (Chloe Coleman). Il viaggio però non andrà come previsto. L’astronave che pilota e che trasporta capsule criogeniche viene investita da una piaggia di asteroidi e si schianta su un pianeta sconosciuto.

L’unica possibilità di salvezza per Mills e Koa (Ariana Greenblatt), unica sopravvissuta dei passeggeri, è raggiungere la capsula di salvataggio che si trova in cima ad una montagna ed è miracolosamente intatta. Per i due inizierà così un viaggio irto di pericoli in un mondo dominato da creature gigantesche: la Terra di 65 milioni di anni fa.

Questa la trama di 65: Fuga dalla Terra, film diretto da scritto e diretto da Scott Beck e Bryan Woods (A Quiet Place e A Quiet Place II) e prodotto da Sam Raimi (La Casa, Doctor Strange 2).

Sfiga totale

65: Fuga dalla Terra

Un viaggio spaziale, una pioggia di meteoriti che farà precipitare l’astronave su un pianeta sconosciuto ed inospitale e il rapporto tra un adulto burbero (ma dal cuore d’oro) e una bambina. Gli elementi tipici dei film sci-fi anni ’90 ci sono tutti in 65: Fuga dalla Terra, che più che un film è una sorta di bignami del genere. Citando e riprendendo varie pellicole fantascientifiche – After Earth su tutti – e non solo il duo di registi ci mette davanti all’ennesima storia di sopravvivenza.

Ai due registi non interessa tanto la storia in sé, che come già detto è qualcosa di già visto milioni di volte, quanto mostrare la tensione e i pericoli che Mills e Koa dovranno affrontare per fuggire da un pianeta ostile. Il problema è che i due sono gli esseri più sfigati dell’universo. Ogni passo che fanno succede qualcosa, un escalation di problemi che diventano letteralmente sempre più grandi e senza sosta.

La verità che mostrare pericoli senza un attimo di tregua fa risultare la storia (involontariamente) comica. Sembra di assistere alla versione sci-fi di Una serie di sfortunati eventi. Più si va avanti con la storia e più ci si chiede cosa abbiano fatto di male i due malcapitati per avere tutta questa sfiga.

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Com’è dura l’avventura

una scena di 65: Fuga dalla Terra

Non c’è dubbio che lo scopo di 65: Fuga dalla Terra sia quello di divertire ed intrattenere, il problema è che non ci riesce. Per quanto si sforzi. Nono solo è un susseguirsi di cliché e cose già viste, a partire da un alieno simile ad un umano che arriva sulla Terra agli albori della vita sul pianeta.

A ciò va aggiunto che il rapporto tra lo sprezzante Mills e la piccola Koa è a dir poco abusato nel cinema. Il pilota inizialmente riluttante, si affezionerà all’unica passeggera sopravvissuta perché le ricorda la figlia. Un rapporto non facile tra i due, anche perché la bambina parla una lingua a lui sconosciuta. Metafora di incomunicabilità tra generazioni.  Come se non bastasse, i due sono riusciti a precipitare sulla Terra in tempo per assistere alla più grande catastrofe del pianeta: l’arrivo dell’asteroide che ha estinto i dinosauri.

Per quanto 65: Fuga dalla Terra si poggi sulle larghe spalle di Adam Driver, che si impegna anche più del dovuto, questo non è sufficiente per fare del film un prodotto degno di nota o quanto meno godibile. L’amara verità è che siamo davanti ad un film Asylum dall’alto budget (45 milioni di dollari) ma senza la tipica auto ironia di tali prodotti. Il film crede anche troppo in sé stesso prendendosi sul serio. Fortunatamente dura solo 90 minuti. Com’è dura l’avventura, soprattutto per lo spettatore.

65: Fuga dalla Terra al cinema dal 27 aprile con Sony Pictures.

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Emanuele Bianchi

Appassionato di cinema, fotografia, teatro e musica sin da piccolo decide di farne il suo lavoro. Miyazakiano convinto, tanto da incentrare la sua tesi sul suo cinema, e divoratore di anime tanto da volere Eikichi Onizuka come professore al liceo, è uno Jedi come suo padre prima di lui e “nato pronto” e sì, anche un inguaribile nerd (pollice verso per coloro che non colgono le citazioni). Laureato in cinema presso il DAMS di Roma 3 e diplomato in fotografia presso il CST, negli anni ho collaborato con varie testate web di cinema. Giornalista pubblicista iscritto all'albo. Sempre in movimento, perennemente in ritardo. Co-Fondatore di PopCorn Society.

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