La ricompensa del gatto: magica avventura nel regno dei felini

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Una ragazza diciassettenne sbadata, sempre di corsa, gentile, insicura e allegra, un regno magico (popolato da gatti), un’avventura avvincente (e divertente) che farà maturare la protagonista. Gli elementi tipici dei film dello Studio Ghibli ci sono tutti e fin dai primi minuti de La ricompensa del gatto – film del 2002 sceneggiato da Aoi Hîragi e Reiko Yoshida e diretto da Hiroyuki Morita – lo spettatore non potrà che sentirsi a casa, ritrovando quelle atmosfere oniriche, magiche e malinconiche tipiche dello studio di animazione giapponese.

Protagonista de La ricompensa del gatto è Haru, studentessa liceale, i cui guai iniziano quando salva un gatto che stava per essere investita da un camion. Infatti il gatto che ha salvato è il Principe dei Gatti e questo suo gesto le vale la riconoscenza del Re dei Gatti, il quale vuole ricompensarla facendole sposare suo figlio. La ragazza verrà così portata contro la sua volontà nel Regno dei Gatti per le nozze, ma fortunatamente in suo soccorso accorrono i gatti Baron e Muta e il corvo Toto. Riuscirà Haru a tornare nel suo mondo e a non trasformarsi in un gatto?

Travolta dagli eventi

La ricompensa del gatto

La pellicola può essere considerata uno spin-off del più noto I sospiri del mio cuore, poiché i due co-protagonisti della storia Baron e Muta erano già apparsi nel film di Yoshifumi Kondō sceneggiato da Hayao Miyazaki. Se ne I sospiri del mio cuore i due gatti avevano un ruolo marginale, per quanto importanti, qui diventano personaggi a tutto tondo il cui compito sarà quello di aiutare la protagonista.

I due gatti infatti qui hanno il ruolo di guardie del corpo/guida della giovane protagonista, una ragazza che viene travolta dagli eventi e suo malgrado si ritrova in una situazione più grande di lei, dalla quale non sembra esserci uscita. Sarà grazie ai due felini e a un aiuto inaspettato che riuscirà a non perdersi e a iniziare a credere in se stessa.

Come spesso accade nei film Ghibli, protagonista è una ragazza che si trova in un’età di passaggio – qui dall’adolescenza all’età adulta – dall’animo gentile e allegro ma molto insicura di sé. E come di consueto nei film dello studio giapponese, sarà grazie a un’avventura incredibile in un mondo fantastico che Haru riuscirà a credere in se stessa e tirare fuori quella grinta mostrata solo a tratti.

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Divertimento e comicità

La ricompensa del gatto

Un’avventura avvincente e divertente capace di intrattenere lo spettatore grazie all’azione e a situazioni e dialoghi che non mancheranno di far ridere. Una comicità intelligente che insieme a personaggi ben caratterizzati e una discreta sceneggiatura tiene con gli occhi fissi sullo schermo.

Un vero e proprio viaggio dell’eroe in cui Haru, superando le difficoltà che si troverà ad affrontare, maturerà e sarà una nuova persona, molto più consapevole della sua forza e del mondo che la circonda. Ciò che non convince appieno sono lo stile grafico, che risulta molto ruvido e meno dettagliato rispetto agli altri film dello Studio Ghibli, e il regno dei gatti che viene descritto in maniera superficiale.

Nonostante ciò tra citazioni e situazioni divertenti, La ricompensa del gatto è un film semplice, genuino e coinvolgente, che conquisterà non solo i fan dello Studio Ghibli ma anche i neofiti del genere.

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Emanuele Bianchi

Appassionato di cinema, fotografia, teatro e musica sin da piccolo decide di farne il suo lavoro. Miyazakiano convinto, tanto da incentrare la sua tesi sul suo cinema, e divoratore di anime tanto da volere Eikichi Onizuka come professore al liceo, è uno Jedi come suo padre prima di lui e “nato pronto” e sì, anche un inguaribile nerd (pollice verso per coloro che non colgono le citazioni). Laureato in cinema presso il DAMS di Roma 3 e diplomato in fotografia presso il CST, negli anni ho collaborato con varie testate web di cinema. Giornalista pubblicista iscritto all'albo. Sempre in movimento, perennemente in ritardo. Co-Fondatore di PopCorn Society.

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